8 MARZO: per riflettere e impegnarsi ancora

Un appuntamento irrinunciabile, per riflettere e impegnarsi in prima persona, quello dell’8 Marzo, “Festa della Donna”.

Una ricorrenza che ha origini lontane, il 28 febbraio del 1909 negli Stati Uniti, quando venne celebrato il grande sciopero che un anno prima vide migliaia di lavoratrici manifestare per rivendicare diritti e uguaglianza sociale.

La data dell’8 Marzo venne scelta invece per la prima volta nel 1917 in Russia, quando migliaia di donne scesero in piazza a San Pietroburgo per reclamare la fine della guerra. Da quel momento, con il passare del tempo, l’8 Marzo fu associato in tutto al mondo alla “Festa della Donna”, che in Italia fu celebrata per la prima volta nel 1922.

Ma a distanza di così tanti anni che significato ha assunto questa ricorrenza? I diritti e la parità di genere sono stati completamente acquisiti dalle donne in Italia e nel Mondo? L’8 Marzo deve tenere viva questa riflessione, per sviluppare sensibilità e solidarietà nei confronti di tutte quelle forme di disuguaglianza che purtroppo affliggono ancora troppe donne. Perché se è vero che pari diritti, almeno in Italia e in altri Paesi democratici del Mondo, sono stati normativamente raggiunti, analoga parità è ancora ben lontana in molti altri Paesi. Così come è altrettanto evidente che alla parità di diritti, anche in Italia, non corrispondono sempre pari opportunità; segno che l’emancipazione femminile e la parità di genere rimangono spesso condizioni teoriche. E la riprova ne abbiamo in molti aspetti della nostra vita quotidiana: dalle rappresentanze femminili nelle istituzioni a quelle dirigenziali e manageriali, sia nel pubblico che nel privato. Senza contare la forma di disuguaglianza più odiosa e inaccettabile che si traduce nella violenza di genere e nei numeri ricorrenti e terrificanti dei femminicidi.

L’8 Marzo, dunque, è ancora una data che deve sollecitare non solo riflessioni ma soprattutto impegno civico, che ognuno di noi, nella propria vita quotidiana, deve mettere in pratica per offrire il proprio contributo ad una effettiva parità di genere.

E la scuola, in primis, è chiamata a dare  il proprio indispensabile e prezioso apporto: la Donna come fonte di vita, inestimabile espressione di unicità, amore e ricchezza.